Il cioccolato fa bene agli occhi

Il cioccolato fa bene agli occhi...ma perché?

Se hai bisogno di una buona scusa per mangiare il cioccolato, eccone una!! Quello giusto è il cioccolato fondente. Più il cioccolato contiene cacao maggiori saranno i benefici per la nostra salute. Infatti le proprietà benefiche del cibo degli dei si trovano proprio nel cacao.

È ovvio che come qualunque alimento, anche il cacao può portare benefici solo se mangiato nelle giuste quantità, il troppo stroppia! Se ne consiglia tra i 30 e i 70 gr al giorno, ma per sicurezza affidati sempre ad un nutrizionista! 

Che cosa contiene il cioccolato?

Il cioccolato è un’incredibile fonte di fibre, rame, ferro, magnesio, manganese, potassio, zinco, selenio e fosforo. È proprio grazie a queste sue proprietà che migliora non solo il nostro umore ma ci da anche tanta energia.

Perché il cioccolato fa bene agli occhi?

Il cacao contenuto nel cioccolato contiene VITAMINA A, la quale protegge la retina dal suo deterioramento. La retina è la parte più interna dell’occhio, quella dove arrivano le immagini che poi saranno trasmesse al cervello. Il deterioramento della retina, chiamata degenerazione maculare compromette gravemente la capacità visiva delle persone che ne soffrono. 

RAME. Il cacao contiene rame, il quale protegge il nostro nervo ottico. Il nervo ottico è il gruppo di fibre nervose che trasporta l’informazione che arriva sulla retina verso il cervello. 

Inoltre contiene il flavonoidi che contrastano il processo di invecchiamento dell’occhio. 

Per ultimo ma non per importanza, il cioccolato migliora il flusso sanguigno alla retina e al cervello; questo favorisce una migliore e più veloce percezione dei movimenti e migliora la capacità di leggere in condizioni di basso contrasto.

Ti ricordo come sempre, che consigli come questo che hai appena letto sono utili per la maggior parte delle persone, ma ogni persona è UNICA e quindi tu potresti essere quell’eccezione alla regola. Rivolgiti ad uno specialista della nutrizione per avere maggiori informazioni.

Laboratorio Estivo

Laboratorio Estivo: Potenziamento Visivo

Il laboratorio estivo di potenziamento visivo è rivolto ai bambini e ragazzi dai 4 ai 17 anni. 

Si svolge una volta a settimana nel periodo di Giugno – Luglio e prima settimana di Agosto. 

Il laboratorio prevede un potenziamento visivo rivolto alle abilità oculo-motorie, accomodative e di percezione e integrazione multisensoriale, particolarmente utilizzate durante l’attività scolastica. 

Ha l’obiettivo di potenziare le aree visive maggiormente utilizzate durante l’apprendimento per migliorare l’approccio scolastico nell’anno seguente. 

Il potenziamento di queste abilità permette un miglioramento della lettura, della scrittura e delle aree cognitive di apprendimento oltre che alla capacità di attenzione. 

I Gruppi

I gruppi sono divisi per fasce d’età:

  • Gruppo 1 – PULCINI: Età compresa tra 4 e 6 anni
  • Gruppo 2 – LUPETTI: Età compresa tra 7 e 10 anni
  • Gruppo 3 – ESPLORATORI: Età compresa tra 11 e 13 anni
  • Gruppo 4 – GIOVANISSIMI: Età compresa tra 14 e 17 anni

Questo è fondamentale, perché ogni fascia d’età dovrà oltre a potenziare specifiche aree, creare relazioni tra i partecipanti che attraverso la sana competitività, l’apprendimento a specchio e il supporto stimoleranno il bambino/ragazzo a fare di più.

Gli esercizi

Gli esercizi di potenziamento sono specifici per i gruppi e hanno una durata di un’ora.

Mirano al miglioramento delle aree:

accomodativa: variazione veloce e precisa di messa a fuoco

oculo-motoria: movimenti specifici degli occhi

percettiva: processamento dell’informazione visiva, specifica per le abilità di letto-scrittura e concentrazione.

integrazione sensoriale: accoppiamento delle informazioni visive con le informazioni ricevute da altri sistemi (uditivo, percettivo ecc.)

Giorni e orari

Il laboratorio si svolgerà il martedì mattina con i seguenti orari:

PULCINI (4-6): dalle 9:00 alle 10:00

LUPETTI (7-10): dalle 10:00 alle 11:00

ESPLORATORI (11-13): dalle 11:00 alle 12:00

GIOVANISSIMI (14-17): dalle 12:00 alle 13:00

Ciascun laboratorio ha un numero di iscritti MAX di 10 persone e un minimo necessario per l’avvio di 5.

L’iscrizione è obbligatoria.

Migliorare la scrittura e nello SPORT: coordinazione occhio-mano

Migliorare la scrittura e nello SPORT:

La COORDINAZIONE OCCHIO-MANO

Seguo da sempre la mia squadra del cuore l’Orizzonte Pallanuoto, e ancora felice per la vittoria dell’ultimo scudetto, ho pensato di parlarti di una delle abilità visive e motorie più importanti che abbiamo e che può aiutarti a migliorare la scrittura e che proprio nella pallanuoto trova la sua massima espressione: la coordinazione occhio-mano. 

La coordinazione occhio-mano è la capacità di eseguire attività che prevedono l’utilizzo contemporaneo delle mani e degli occhi. Per essere più precisi è la capacità della mano di compiere un movimento preciso, non grossolano, in relazione a ciò che stiamo guardando. Quindi per spiegarci meglio possiamo dire che è un’abilità o meglio un insieme di abilità che guidano i movimenti della mano in base a stimoli visivi. 

Guardare e toccare. È una delle abilità che sviluppiamo per primi. Il bambino tocca e quindi vede.

Se ti è capitato di osservare gli occhi di un bambino nei primissimi mesi di vita ti sarai accorto che si muovono in esplorazione dello spazio, alle volte senza coordinazione. È tutto normale. È un riflesso naturale, il sistema visivo è curioso e quindi attratto da tutto ciò che lo circonda, ma non sa ancora cosa deve fare o come deve muoversi. Il bambino per poter vedere deve toccare. 

Quando si sviluppa e quando la usiamo?

L’abilità della coordinazione occhio-mano si sviluppa dal primo anno di vita e raggiunge la completa maturità entro i nove anni. 

Portarsi il cibo alla bocca, battere le mani, fare attività primarie richiede una discreta collaborazione tra il sistema visivo e il movimento delle mani. 

La coordinazione occhio-mano riguarda anche altre aree, infatti come ti ho detto potenziarla può aiutarti a migliorare la scrittura e le perfomance sportive.

Essa può interessare un movimento con un oggetto ad esempio giocare con una palla;

Può interessare l’utilizzo di un oggetto ad esempio negli sport con oggetti (tennis, golf, auto, biciclette, ginnastica ecc.) oppure la scrittura, il touch, suonare uno strumento. 

Essa è particolarmente importante per lo sviluppo motorio del bambino. Nel periodo di maggiore apprendimento, ovvero quello della scuola materna ed elementare essa è fondamentale per il gesto grafomotorio (saper scrivere).

Nel momento in cui impariamo a scrivere non serve solo saper impugnare la penna, ma occorre avere un corretto funzionamento del sistema visivo, una buona coordinazione motoria (non solo della mano) e una discreta integrazione dei sistemi visivo e motorio (coordinazione occhio – mano).

Scarsa coordinazione occhio-mano: cosa succede a scuola?

La coordinazione occhio-mano, meglio intesa come la capacità di afferrare un oggetto richiede il lavoro di un sistema complesso, detto sistema senso-motorio. Questo sistema coinvolge gli occhi, la testa, le mani, il collo, il busto e a seconda delle situazioni anche le gambe. Avere una buona coordinazione motoria generale o grossolana renderà più semplice andare a lavorare sulla coordinazione specifica o fine e infine su quella occhio-mano.

Ci sono delle situazioni in cui questa abilità risulta carente.

Un esempio è il bimbo con:

cattiva calligrafia, scrittura poco chiara o disordinata, scrittura lenta, disegni poveri di dettagli, colorare fuori dagli spazi ecc..

Il classico esempio è il bambino goffo, non riesce ad allacciare le scarpe, difficoltà nel vestirsi, fare lavoretti di precisione (filo e palline).

Potenziare questa abilità già in autonomia può migliorare la scrittura. 

E' un problema solo dei bambini?

Assolutamente NO!

La coordinazione occhio-mano non riguarda solo il bambino. Un adulto con un problema di coordinazione avrà difficoltà a prendere appunti mentre qualcuno parla, svolgere lavori manuali di precisione, difficoltà nell’organizzazione lavorativa.

E nello SPORT?

Nello sport la coordinazione occhio – mano non riguarda solo gli sport con la palla.

Sicuramente la difficoltà si evidenzia maggiormente perché una difficoltà nella coordinazione produce uno scarso rendimento della persona in questi giochi. Ma attività come ad esempio la corsa, l’equitazione, il ciclismo, la ginnastica, il pattinaggio dove il movimento prevede una coordinazione motoria alta, l’utilizzo delle mani soprattutto in situazioni di “pericolo”, la coordinazione occhio-mano diventa fondamentale per la sicurezza.

Potenziare la coordinazione occhio-mano può aiutarti non solo a migliorare la scrittura ma migliora le tue prestazioni sportive, tempi di reazione, coordinazione ecc. 

Come faccio a migliorare?

E’ possibile migliorare la coordinazione occhio – mano a qualunque età. 

Se vuoi cominciare subito ti consiglio delle attività semplici. 

Per i bambini, ad esempio, è consigliato la costruzione di Puzzle, o libri da colorare con figure semplici, le costruzioni, i labirinti o il tiro al bersaglio. Anche gli adulti possono cominciare con dei giochi semplici come questi e con l’aiuto di un professionista creare un percorso su misura. 

Lettura e Occhi

Lettura e Occhi

Apprendere: 

  • Ricevere e ritenere nella mente (voc. TRECCANI) 
  • Far proprio con la mente ( voc. Garzanti) 
  • Imparare, comprendere (accademia della Crusca) 

Apprendere è ricevere un’informazione, comprenderla, farla propria nella mente e utilizzarla a seconda delle necessità.

Oggi ci soffermiamo sul primo step: ricevere. 

Possiamo ricevere informazione da tutto il corpo, il tatto, il gusto, l’olfatto, udito e vista. In relazione all’apprendimento scolastico, ma non solo, quello di maggior rilievo è la vista. 

La vista, erroneamente definita come la capacità di guardare un oggetto ad una determinata distanza (famosissimi 10/10), ma non basta. Quello che ci interessa ed è coinvolta maggiormente nel processo di apprendimento è la visione.

La Visione

La Visone è quel processo neurologico che ci consenti di capire e interpretare quello che vediamo. Ci permette di captare le informazioni (vedo il leone), processarle collegandole ad altre informazioni, proveniente anche da altri distretti, (leone=animale potenzialmente pericoloso alla mia vita) e associare loro un significato (SCAPPARE!!!!!).

La lettura

Questo è il processo di apprendimento.

Col tempo e con l’esperienza si accumulano moltissime informazioni e tantissimi processi che dovremmo imparare a catalogare per migliorarne l’utilizzo.

La visione è un processo esperenziale. È un processo di apprendimento che non finisce mai.

Durante gli anni di scolarizzazione il bambino imparerà a leggere e a scrivere.

Leggere è imparare ad interpretare un codice. Il codice di lettura è costituito da simboli, i quali in solitaria hanno un suono e in coppia ne hanno altri. Il bambino dovrà captare le informazioni visive del codice imparando a distinguere i diversi simboli, successivamente associare un suono ad ogni coppia di simboli. Quando imparerà a scrivere sotto dettatura dovrà essere in grado di ricordare il simbolo visivo associato al suono e riprodurlo manualmente.

È complicatissimo!

Saccadi e Fissazioni

Quando leggiamo i nostri occhi compiono movimenti piccolissimi e velocissimi chiamati SACCADI e FISSAZIONI. I primi vengono detti movimenti balistici una volta partiti non si possono più correggere e permettono la graduale scansione del testo; le seconde permettono la ricezione delle informazioni, acquisendo ed elaborando le caratteristiche di ciò che guardiamo. Con le saccadi spostiamo la fissazione sul punto da guardare (il bersaglio, le lettere), con le fissazioni portiamo quelle informazioni fino a livello superiore (li facciamo arrivare all’area cognitiva per elaborarle).

L’ampiezza e il numero delle saccadi, così come la durata delle fissazioni dipendono da tanti fattori tra cui la capacità e l’esperienza di lettura, la difficoltà del testo, l’interesse e la conoscenza dell’argomento da parte di chi legge. Infatti un bambino di prima elementare leggerà molto più lentamente di uno studente di terza media; il secondo farà delle saccadi più ampie e delle fissazioni più brevi. 

Abilità visive e lettura

Durante la lettura mettiamo in atto però altre abilità visive come accomodazione, la capacità di mettere a fuoco gli oggetti a qualunque distanze, la convergenza, portare entrambi gli occhi in direzione del naso e mantenerla, la visione binoculare, la capacità di vedere contemporaneamente con entrambi gli occhi, competenze visuo-spaziali, visuo-motorie e visuo-percettive ovvero la capacità di estrapolare le informazioni visive e integrarli con altri sistemi. 

La visione quindi ha un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento del bambino. Non solo in termini di vista, poter vedere bene lavagna o il quaderno, ma soprattutto in termini di processo visivo. 

Ci sono abilità visive tali che un loro deficit, una loro carenza, simula perfettamente un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA); come è frequente riscontrare in bambini con abilità visive carenti (visuo-spaziali, visuo-motorie e visuo-percettive), la presenza di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA).

La visione è un processo fondamentale nel processo di apprendimento, ed è fondamentale in qualunque momento della vita perché di apprendere non si finisce mai.

Migliorare le prestazioni Sportive: Gli occhi

Migliorare le prestazioni sportive: Gli occhi

La maggior parte degli atleti per migliorare le loro prestazioni sportive dedicano il loro allenamento alla resistenza, massa muscolare e altre peculiarità che per un atleta sono sicuramente molto importanti.

Facciamo un test! Prova a muoverti ad occhi chiusi in un ambiente molto conosciuto ad esempio camera tua, dove sono presenti pochi ostacoli e sai perfettamente dove sono messi. Ti renderai conto di fare molta più fatica a coordinarti rispetto a quando hai gli occhi aperti. 

Questo succede perché il tuo corpo si muove più rapidamente quando il cervello riceve le informazioni visive chiare e limpide ma soprattutto quando riesci ad elaborarle in modo fluido e veloce. 

Dopo aver fatto la prova, immagina cosa potrebbe succedere quando le informazioni visive che hai sono poche, sono elaborate male o gestite in modo inefficace. Il risultato che otterrai è poco fluido, non coordinato e non ti porta all’obiettivo prefissato. 

Quando ho poche informazioni o cattiva elaborazione? 

Puoi avere poche o cattive informazioni visive perché pratichi sport senza la dovuta correzione visiva (occhiali o lenti a contatto). 

Se invece la qualità delle informazioni è discreta ma il lavoro svolto per ottenere quelle informazioni (le abilità visive) sia oneroso per il nostro sistema, per migliorare le prestazioni sportive non basta utilizzare una correzione ottica. 

In questo caso il sistema visivo fa fatica a lavorare e per migliorare le prestazioni sportive è costretto a togliere energia al sistema “corpo”, quindi facendoti sentire più stanco con maggiore rischio di infortunio o meno concentrato. Ne sono un esempio il cambio veloce di messa a fuoco, oppure la fusione delle immagini di un occhio e dell’altro, l’anticipazione visiva, i movimenti di fissazione piuttosto che la percezione di profondità ecc..

Puoi avere infine delle informazioni di buona qualità, delle abilità visive discrete ma una cattiva elaborazione. Per migliorare le prestazioni sportive serve allenare la comunicazione che c’è tra gli occhi, il cervello e i muscoli. Per fare un esempio, la difficoltà nella memoria visiva e visiva sequenziale non mi permette di ricordare gli schemi di allenamento. 

Che cosa posso fare e come me ne accorgo?

Quando pratichi SPORT al cervello arrivano tante informazioni: quelle di forza muscolare per bilanciare l’equilibrio (correre), quelle di attenzione (stare attento all’avversario), quelle di percezione (stare attento al movimento della palla), quella di memoria (ricordarmi lo schema studiato in allenamento) ecc.. Quando arrivano tutte queste informazioni il sistema dovrà per prima cosa analizzarle e solo dopo integrarle tutte creando delle priorità in relazione all’obiettivo che ti sei posto (calciare, trovare l’avversario ecc.).

La frase tipica che mi viene detta da uno sportivo alla prima valutazione è:

 “Continuo ad allenarmi ore e ore ma non vedo nessun tipo di miglioramento!”.

Questo potrebbe essere uno dei primi segni tipici di questo tipo di difficoltà visive. Altri esempi possono essere infortuni frequenti, oppure nei casi più importanti difficoltà nella coordinazione, dolori posturali, stanchezza eccessiva ecc..

Il primo consiglio per migliorare le tue prestazioni sportive è quello di effettuare una valutazione visiva posturale per capire che tipo di relazione c’è tra il tuo modo di vedere, percepire e elaborare le informazioni visive e la tua postura generale, analizzando poi la risposta motoria in base all’informazione visiva. 

E a livello di risultati concreti cosa posso aspettarmi?

Un’atleta che percepisce meglio lo spazio è in grado di muoversi meglio, essere più rapido, preciso e ridurre gli infortuni, quindi otterrà una migliore prestazione sportiva. 

Potenziare le abilità visive funzionali e visuo-percettive-cognitive può fare la differenza!

Diversi atleti professionisti praticano SPORTVISION, giusto per fare qualche nome: Valentino Rossi, Cristiano Ronaldo, Max Verstappen, Loris Capirossi, Alberto Tomba, Kristian Ghedina, Fernando Alonso; Lionel Messi e tanti tanti altri. 

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Dolore Cervicale

Dolore Cervicale

Il dolore cervicale può avere diverse cause, quella meno nota di tutti è sicuramente quella visiva. Il collegamento nasce grazie ai muscoli sub occipitali, ovvero dei muscoli che sono posizionati esattamente nella parte alta del collo proprio prima della testa, nota a tutti noi come cervicale, che mettono in relazione tra loro i muscoli che muovono gli occhi e quelli che muovono collo e testa.

Il dolore cervicale può essere causato da un problema visivo quando ad esempio abbiamo un’alta richiesta visiva (es. al pc, lavori di precisione, lettura ecc.) che non è perfettamente controllata.

Cosa vuol dire? Vuol dire che se ad esempio il mio sistema visivo fa fatica a mettere a fuoco (vedere nitidamente) quello che guardo, o i miei occhi fanno fatica a muoversi come dovrebbero durante la lettura, oppure ancora se cambiare rapidamente la messa a fuoco alle diverse distanze di lavoro richiede tanta energia al mio sistema, ecco che questo inizia a richiedere energia ad altri sistemi. Il primo “collega” che trova subito disponibile è sicuramente l’area cervicale. 

Di conseguenza entreranno in gioco una serie di “adattamenti posturali” ovvero posizioni anomale, strane, non corrette che ci permetteranno di portare a termine il lavoro che dobbiamo svolgere ma con una grande spesa energetica che a fine giornata, o anche prima a seconda dei casi, potrà trasformarsi in una situazione di enorme stanchezza piuttosto che di dolore locale, nelle situazioni più importanti con segni di disequilibrio (sensazione di vertigini).

Il dolore cervicale è un disturbo comune nella maggior parte delle persone. Spesso correliamo il nostro dolore alla posizione scomoda in cui dormiamo, al tipo di lavoro che svolgiamo, al cambio di temperatura o quando non abbiamo più nulla che lo giustifichi siamo pronti ad affermare che ne soffriamo da sempre rassegnandoci ad una convivenza dolorosa.

Ecco a te 3 esercizi che puoi mettere in pratica da subito: 

  1. Posiziona lo schermo in modo tale che la posizione del collo sia dritta e non inclinata 
  2. Fa in modo che l’illuminazione dello schermo e della stanza siano adeguate e correlate tra loro (Esistono delle app che ti consentono di misurare l’illuminazione della stanza, deve essere compresa tra 500-700 Lux, di conseguenza regola l’illuminazione dello schermo in modo da non abbagliare)
  3. Regola del 20 – 20 – 20: l’America Optometric Association consiglia di fare una pausa ogni 20 minuti guardando per 20 secondi ad una distanza di 20 piedi (circa 6 metri). 

Ammetto che quest’ultima regola sia difficile da applicare nell’attività quotidiana quindi se riuscissimo a trasformarla in 55 minuti di attività e 5 minuti di pausa a 5 metri di distanza il nostro sistema visivo come anche la nostra postura potranno solo ringraziarci. 

La valutazione optometrica posturale indaga su tutte le capacità che quotidianamente richiediamo al nostro sistema visivo, non solo la vista.

Successivamente queste abilità si relazionano con il sistema posturale e si ricerca la migliore soluzione possibile per la persona. 

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