Migliorare la scrittura e nello SPORT: coordinazione occhio-mano

Migliorare la scrittura e nello SPORT:

La COORDINAZIONE OCCHIO-MANO

Seguo da sempre la mia squadra del cuore l’Orizzonte Pallanuoto, e ancora felice per la vittoria dell’ultimo scudetto, ho pensato di parlarti di una delle abilità visive e motorie più importanti che abbiamo e che può aiutarti a migliorare la scrittura e che proprio nella pallanuoto trova la sua massima espressione: la coordinazione occhio-mano. 

La coordinazione occhio-mano è la capacità di eseguire attività che prevedono l’utilizzo contemporaneo delle mani e degli occhi. Per essere più precisi è la capacità della mano di compiere un movimento preciso, non grossolano, in relazione a ciò che stiamo guardando. Quindi per spiegarci meglio possiamo dire che è un’abilità o meglio un insieme di abilità che guidano i movimenti della mano in base a stimoli visivi. 

Guardare e toccare. È una delle abilità che sviluppiamo per primi. Il bambino tocca e quindi vede.

Se ti è capitato di osservare gli occhi di un bambino nei primissimi mesi di vita ti sarai accorto che si muovono in esplorazione dello spazio, alle volte senza coordinazione. È tutto normale. È un riflesso naturale, il sistema visivo è curioso e quindi attratto da tutto ciò che lo circonda, ma non sa ancora cosa deve fare o come deve muoversi. Il bambino per poter vedere deve toccare. 

Quando si sviluppa e quando la usiamo?

L’abilità della coordinazione occhio-mano si sviluppa dal primo anno di vita e raggiunge la completa maturità entro i nove anni. 

Portarsi il cibo alla bocca, battere le mani, fare attività primarie richiede una discreta collaborazione tra il sistema visivo e il movimento delle mani. 

La coordinazione occhio-mano riguarda anche altre aree, infatti come ti ho detto potenziarla può aiutarti a migliorare la scrittura e le perfomance sportive.

Essa può interessare un movimento con un oggetto ad esempio giocare con una palla;

Può interessare l’utilizzo di un oggetto ad esempio negli sport con oggetti (tennis, golf, auto, biciclette, ginnastica ecc.) oppure la scrittura, il touch, suonare uno strumento. 

Essa è particolarmente importante per lo sviluppo motorio del bambino. Nel periodo di maggiore apprendimento, ovvero quello della scuola materna ed elementare essa è fondamentale per il gesto grafomotorio (saper scrivere).

Nel momento in cui impariamo a scrivere non serve solo saper impugnare la penna, ma occorre avere un corretto funzionamento del sistema visivo, una buona coordinazione motoria (non solo della mano) e una discreta integrazione dei sistemi visivo e motorio (coordinazione occhio – mano).

Scarsa coordinazione occhio-mano: cosa succede a scuola?

La coordinazione occhio-mano, meglio intesa come la capacità di afferrare un oggetto richiede il lavoro di un sistema complesso, detto sistema senso-motorio. Questo sistema coinvolge gli occhi, la testa, le mani, il collo, il busto e a seconda delle situazioni anche le gambe. Avere una buona coordinazione motoria generale o grossolana renderà più semplice andare a lavorare sulla coordinazione specifica o fine e infine su quella occhio-mano.

Ci sono delle situazioni in cui questa abilità risulta carente.

Un esempio è il bimbo con:

cattiva calligrafia, scrittura poco chiara o disordinata, scrittura lenta, disegni poveri di dettagli, colorare fuori dagli spazi ecc..

Il classico esempio è il bambino goffo, non riesce ad allacciare le scarpe, difficoltà nel vestirsi, fare lavoretti di precisione (filo e palline).

Potenziare questa abilità già in autonomia può migliorare la scrittura. 

E' un problema solo dei bambini?

Assolutamente NO!

La coordinazione occhio-mano non riguarda solo il bambino. Un adulto con un problema di coordinazione avrà difficoltà a prendere appunti mentre qualcuno parla, svolgere lavori manuali di precisione, difficoltà nell’organizzazione lavorativa.

E nello SPORT?

Nello sport la coordinazione occhio – mano non riguarda solo gli sport con la palla.

Sicuramente la difficoltà si evidenzia maggiormente perché una difficoltà nella coordinazione produce uno scarso rendimento della persona in questi giochi. Ma attività come ad esempio la corsa, l’equitazione, il ciclismo, la ginnastica, il pattinaggio dove il movimento prevede una coordinazione motoria alta, l’utilizzo delle mani soprattutto in situazioni di “pericolo”, la coordinazione occhio-mano diventa fondamentale per la sicurezza.

Potenziare la coordinazione occhio-mano può aiutarti non solo a migliorare la scrittura ma migliora le tue prestazioni sportive, tempi di reazione, coordinazione ecc. 

Come faccio a migliorare?

E’ possibile migliorare la coordinazione occhio – mano a qualunque età. 

Se vuoi cominciare subito ti consiglio delle attività semplici. 

Per i bambini, ad esempio, è consigliato la costruzione di Puzzle, o libri da colorare con figure semplici, le costruzioni, i labirinti o il tiro al bersaglio. Anche gli adulti possono cominciare con dei giochi semplici come questi e con l’aiuto di un professionista creare un percorso su misura. 

Gli occhiali progressivi

Gli occhiali progressivi e la postura

Gli occhiali progressivi o multifocali, consentono di vedere chiaramente a tutte le distanze senza dover cambiare continuamente l’occhiale.

Sono occhiali che necessitano sicuramente di un adattamento, ovvero di un periodo di tempo in cui la nostra area relativa al “mappaggio” del mondo circostante, i collicoli superiori, effettua una riprogrammazione per riuscire nuovamente a controllare quei riflessi grazie ai quali possiamo controllare i movimenti e l’equilibrio in modo naturale. 

Questo periodo di adattamento non è uguale per tutti, ma può variare molto per ciascuno di noi. Esso dipende da diversi fattori.

Primo in assoluto la giusta correzione refrattiva. Il potere delle lenti deve essere idoneo; troppe variazioni rispetto alla correzione precedente sicuramente allungheranno il periodo di adattamento. 

Tipi di lenti

Un altro fattore da cui dipende il periodo di adattamento è la tipologia di lenti progressive che utilizziamo. Esistono diversi tipi di lenti progressive. Ci sono lenti  a canali ampi e a canali stretti, dove per canale si intende l’area centrale della lente dove troviamo la variazione del potere per consentirci la visione nitida a tutte le distanze. Poi ci sono lenti costruite al 100% su misura e altre che prevedono alcuni parametri standard. Le prime avranno tempi di adattamento inferiori rispetto alle seconde, ma anche costi più alti.

La montatura

Un terzo fattore è la scelta della montatura. Su questo argomento ti prometto di fare presto un articolo, per adesso mi limito solo a dirti che la scelta della montatura è fondamentale. Essa deve essere: ben centrata sul viso; idonea per forma e dimensione alla gradazione delle lenti; avere il giusto angolo di inclinazione tra l’asta e la parte frontale quando è indossata e il giusto angolo di avvolgimento sul viso. 

La necessità

Si hai capito bene, la necessità. Con l’esperienza ho visto che l’ultimo fattore che influenza il periodo di adattamento è la necessità. Sentire il bisogno di avere un unico occhiale che possa farci vedere nitido per la maggior parte del nostro tempo; senza toglierlo e metterlo continuamente, o ricordare di prenderlo prima di uscire aumenta la percentuale di successo dell’occhiale progressivo.

L’occhiale progressivo quindi è la migliore soluzione che abbiamo?

ASSOLUTAMENTE NO!

Ovviamente è un tipo di occhiale che può andare bene in alcune situazioni e altre no. L’occhiale progressivo è un occhiale dinamico. Nato per quelle situazioni in cui ho necessità di leggere a diverse distanze in modo continuo.

Esempio: in un negozio, al supermercato, a casa sul divano mentre guardo la TV e scorro sui social, al ristorante, in macchina ecc ecc. 

Non è l’occhiale giusto per chi lavora al computer per diverse ore al giorno. Non è l’occhiale giusto per chi vuole leggere a letto o guardare la TV. Non è l’occhiale giusto per chi lavora a distanze ravvicinate per tante ore. Non è l’occhiale giusto per chi vuole cucire o ricamare. Non è l’occhiale giusto per chi deve studiare. 

Se ho delle necessità specifiche la soluzione è sempre un occhiale specifico, anche simile per tipologia ad un occhiale progressivo, ma con altre caratteristiche.

Ad esempio, se lavori in ufficio e le distanze che utilizzi sono quella da pc (da 60 cm a 1m), quella da lettura (circa 40cm) e dentro l’ambiente di lavoro (inferiore a 4 metri), l’occhiale migliore potrebbe essere un occhiale di tipo “office”. Simile per tipologia ad un occhiale progressivo ma con caratteristiche diverse per consentire una visione più ampia nelle aree di visione dedicate al pc e alla lettura. 

Se invece sei appassionato di francobolli, la soluzione migliore è quella di un occhiale monofocale che ti faccia vedere nitido solo alla distanza che utilizzi per vedere i francobolli. 

E a livello posturale?

A livello posturale il concetto è semplice:

Ogni occhiale è giusto e ogni occhiale è sbagliato. 

In ambito posturale, a prescindere dal tipo di lente che si utilizza, la centratura deve essere in linea con la modalità d’uso dell’occhiale stesso. Di conseguenza anche l’angolo di inclinazione dell’occhiale sul volto, l’avvolgimento e tutti gli altri parametri, devono rispettare i parametri di montaggio. 

Spesso si sente dire che gli occhiali progressivi o multifocali non devono essere utilizzati da chi ha difficoltà posturali, o non aiutano la postura. 

Non è assolutamente vero. Gli occhiali progressivi, se utilizzati correttamente, se idoneamente costruiti, sono un’ottima soluzione visiva e non modificano negativamente la postura di una persona. 

Non è vero che bloccano il collo. Gli occhiali progressivi hanno una “guida all’uso”essendo occhiali con caratteristiche particolari. Ad esempio per riuscire a leggere non occorre inclinare verso il basso la testa ma solo gli occhi. Questo non crea nessuna rigidità al collo, poiché come abbiamo già detto non dovrò stare in quella posizione per ore, perché se devo leggere un buon libro non lo farò con addosso l’occhiale progressivo.

Non fa venire le vertigini. La sensazione di disorientamento ci può stare ma è momentanea ed è causata dal cambiamento. Il nostro cervello ha memoria. Quando indossiamo il nuovo occhiale progressivo ci sarà un secondo in cui potremmo avvertire un leggero senso di disequilibrio. Tranquillo. E’ il nostro sensore di allerta che ci informa che qualcosa è cambiato, non è come ricordavamo.

Il consiglio è quello di affidarsi ad un buon Optometrista per la valutazione visiva-posturale e ad un centro ottico di qualità che saprà consigliarti le migliori lenti, rilevando i parametri necessari alla costruzione in modo preciso e scrupoloso.

Migliorare le prestazioni Sportive: Gli occhi

Migliorare le prestazioni sportive: Gli occhi

La maggior parte degli atleti per migliorare le loro prestazioni sportive dedicano il loro allenamento alla resistenza, massa muscolare e altre peculiarità che per un atleta sono sicuramente molto importanti.

Facciamo un test! Prova a muoverti ad occhi chiusi in un ambiente molto conosciuto ad esempio camera tua, dove sono presenti pochi ostacoli e sai perfettamente dove sono messi. Ti renderai conto di fare molta più fatica a coordinarti rispetto a quando hai gli occhi aperti. 

Questo succede perché il tuo corpo si muove più rapidamente quando il cervello riceve le informazioni visive chiare e limpide ma soprattutto quando riesci ad elaborarle in modo fluido e veloce. 

Dopo aver fatto la prova, immagina cosa potrebbe succedere quando le informazioni visive che hai sono poche, sono elaborate male o gestite in modo inefficace. Il risultato che otterrai è poco fluido, non coordinato e non ti porta all’obiettivo prefissato. 

Quando ho poche informazioni o cattiva elaborazione? 

Puoi avere poche o cattive informazioni visive perché pratichi sport senza la dovuta correzione visiva (occhiali o lenti a contatto). 

Se invece la qualità delle informazioni è discreta ma il lavoro svolto per ottenere quelle informazioni (le abilità visive) sia oneroso per il nostro sistema, per migliorare le prestazioni sportive non basta utilizzare una correzione ottica. 

In questo caso il sistema visivo fa fatica a lavorare e per migliorare le prestazioni sportive è costretto a togliere energia al sistema “corpo”, quindi facendoti sentire più stanco con maggiore rischio di infortunio o meno concentrato. Ne sono un esempio il cambio veloce di messa a fuoco, oppure la fusione delle immagini di un occhio e dell’altro, l’anticipazione visiva, i movimenti di fissazione piuttosto che la percezione di profondità ecc..

Puoi avere infine delle informazioni di buona qualità, delle abilità visive discrete ma una cattiva elaborazione. Per migliorare le prestazioni sportive serve allenare la comunicazione che c’è tra gli occhi, il cervello e i muscoli. Per fare un esempio, la difficoltà nella memoria visiva e visiva sequenziale non mi permette di ricordare gli schemi di allenamento. 

Che cosa posso fare e come me ne accorgo?

Quando pratichi SPORT al cervello arrivano tante informazioni: quelle di forza muscolare per bilanciare l’equilibrio (correre), quelle di attenzione (stare attento all’avversario), quelle di percezione (stare attento al movimento della palla), quella di memoria (ricordarmi lo schema studiato in allenamento) ecc.. Quando arrivano tutte queste informazioni il sistema dovrà per prima cosa analizzarle e solo dopo integrarle tutte creando delle priorità in relazione all’obiettivo che ti sei posto (calciare, trovare l’avversario ecc.).

La frase tipica che mi viene detta da uno sportivo alla prima valutazione è:

 “Continuo ad allenarmi ore e ore ma non vedo nessun tipo di miglioramento!”.

Questo potrebbe essere uno dei primi segni tipici di questo tipo di difficoltà visive. Altri esempi possono essere infortuni frequenti, oppure nei casi più importanti difficoltà nella coordinazione, dolori posturali, stanchezza eccessiva ecc..

Il primo consiglio per migliorare le tue prestazioni sportive è quello di effettuare una valutazione visiva posturale per capire che tipo di relazione c’è tra il tuo modo di vedere, percepire e elaborare le informazioni visive e la tua postura generale, analizzando poi la risposta motoria in base all’informazione visiva. 

E a livello di risultati concreti cosa posso aspettarmi?

Un’atleta che percepisce meglio lo spazio è in grado di muoversi meglio, essere più rapido, preciso e ridurre gli infortuni, quindi otterrà una migliore prestazione sportiva. 

Potenziare le abilità visive funzionali e visuo-percettive-cognitive può fare la differenza!

Diversi atleti professionisti praticano SPORTVISION, giusto per fare qualche nome: Valentino Rossi, Cristiano Ronaldo, Max Verstappen, Loris Capirossi, Alberto Tomba, Kristian Ghedina, Fernando Alonso; Lionel Messi e tanti tanti altri. 

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Dolore Cervicale

Dolore Cervicale

Il dolore cervicale può avere diverse cause, quella meno nota di tutti è sicuramente quella visiva. Il collegamento nasce grazie ai muscoli sub occipitali, ovvero dei muscoli che sono posizionati esattamente nella parte alta del collo proprio prima della testa, nota a tutti noi come cervicale, che mettono in relazione tra loro i muscoli che muovono gli occhi e quelli che muovono collo e testa.

Il dolore cervicale può essere causato da un problema visivo quando ad esempio abbiamo un’alta richiesta visiva (es. al pc, lavori di precisione, lettura ecc.) che non è perfettamente controllata.

Cosa vuol dire? Vuol dire che se ad esempio il mio sistema visivo fa fatica a mettere a fuoco (vedere nitidamente) quello che guardo, o i miei occhi fanno fatica a muoversi come dovrebbero durante la lettura, oppure ancora se cambiare rapidamente la messa a fuoco alle diverse distanze di lavoro richiede tanta energia al mio sistema, ecco che questo inizia a richiedere energia ad altri sistemi. Il primo “collega” che trova subito disponibile è sicuramente l’area cervicale. 

Di conseguenza entreranno in gioco una serie di “adattamenti posturali” ovvero posizioni anomale, strane, non corrette che ci permetteranno di portare a termine il lavoro che dobbiamo svolgere ma con una grande spesa energetica che a fine giornata, o anche prima a seconda dei casi, potrà trasformarsi in una situazione di enorme stanchezza piuttosto che di dolore locale, nelle situazioni più importanti con segni di disequilibrio (sensazione di vertigini).

Il dolore cervicale è un disturbo comune nella maggior parte delle persone. Spesso correliamo il nostro dolore alla posizione scomoda in cui dormiamo, al tipo di lavoro che svolgiamo, al cambio di temperatura o quando non abbiamo più nulla che lo giustifichi siamo pronti ad affermare che ne soffriamo da sempre rassegnandoci ad una convivenza dolorosa.

Ecco a te 3 esercizi che puoi mettere in pratica da subito: 

  1. Posiziona lo schermo in modo tale che la posizione del collo sia dritta e non inclinata 
  2. Fa in modo che l’illuminazione dello schermo e della stanza siano adeguate e correlate tra loro (Esistono delle app che ti consentono di misurare l’illuminazione della stanza, deve essere compresa tra 500-700 Lux, di conseguenza regola l’illuminazione dello schermo in modo da non abbagliare)
  3. Regola del 20 – 20 – 20: l’America Optometric Association consiglia di fare una pausa ogni 20 minuti guardando per 20 secondi ad una distanza di 20 piedi (circa 6 metri). 

Ammetto che quest’ultima regola sia difficile da applicare nell’attività quotidiana quindi se riuscissimo a trasformarla in 55 minuti di attività e 5 minuti di pausa a 5 metri di distanza il nostro sistema visivo come anche la nostra postura potranno solo ringraziarci. 

La valutazione optometrica posturale indaga su tutte le capacità che quotidianamente richiediamo al nostro sistema visivo, non solo la vista.

Successivamente queste abilità si relazionano con il sistema posturale e si ricerca la migliore soluzione possibile per la persona. 

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